martedì 23 ottobre 2007

SOLIDARIETA' PER I COMPAGNI ARRESTATI A PERUGIA

Ieri, 23 ottobre 2007, a Perugia e dintorni 5 compagni sono stati arrestati in base all'ormai tristemente nota 270bis (Organizzazione con finalità "terroristiche" e di eversione dell'"ordine" "democratico").
I compagni arrestati,con l'accusa di appartenere alla Federazione Anarchica Informale, sono Michele Fabiani, Andrea Di Nucci, Dario Polinori, Damiano Corrias, Fabrizio Reali Roscini.

Che siano "innocenti" o "colpevoli", esprimiamo tutta la nostra solidarietà a queste vittime della repressione sociale da parte di uno Stato che li definisce ora ecoterroristi ora criminali.

Ci teniamo a ricordare che non sono stati loro a voler costruire una dannosissima linea ad alta velocità,non sono stati loro a voler allargare la dal molin,non sono stati loro a uccidere tutti gli animali che quotidianamente sono uccisi per la vivisezione,per le pellicce,eccetera eccetera ECCETERA!
non sono loro ad essere ecoterroristi.
Ecoterrorista è lo Stato!Ecoterrorista è il Capitalismo!

Auguriamo a questi compagni tutta la fortuna possibile in questo processo.

collettivo Studenti Libertari,Napoli

AVVISO

A causa di problemi che spiegheremo più tardi,il collettivo Studenti Libertari sospenderà le assemblee e le iniziative fino a che non riusciremo a riprenderci.
Scriverò comunque sul blog non appena ricominceremo ad attivarci.

Per qualunque cosa,l'indirizzo email è comunque controllato spesso,quindi non esistate a chiedere.

venerdì 28 settembre 2007

DI SCUOLA SI MUORE


-Cineforum sulla miseria dell'ambiente scolastico-


Ateneo Libertario,Vico Verde Monteoliveto, 4 (Tra il cinema Adriano e la facoltà d'architettura)





Venerdì 5 Ottobre ore 16:00

I 400 colpi



Antoine è un tredicenne le cui aspirazioni di libertà e felicità vengono quotidianamente a scontrarsi con la coercizione delle istituzioni dominanti della nostra società (famiglia,scuola,forze dell' "ordine"...).L'esigenza di vivere diversamente la propria esistenza porterà il ragazzo ad una lunga ed inarrestabile corsa...





Venerdì 12 Ottobre ore 16:00

Salt Lake City Punk



Nella religiosissima Salt Lake City due punk in aperto contrasto con qualsiasi forma di autorità decidono, una volta terminato il college, di vivere in piena sintonia con i propri ideali dando così vita al cosiddetto "autunno dell'odio".





Venerdì 19 Ottobre ore 16:00

Magdalene



Irlanda degli anni 60: ragazze accusate di lussuria vengono rinchiuse in una delle tante Case cattoliche della Maddalena (di cui l'ultimo fu chiuso nel 1996) e lì, per colpe inesistenti, vengono sfruttate e umiliate. La storia vera di una ragazza che non ha dimenticato il sapore della libertà.





Venerdì 26 Novembre ore 16:00

Animal House



Sesso, birre, beffe all'autorità, birre, toga party, birre: in questo si potrebbe riassumere l'attività del gruppo "Delta" all'interno del prestigioso ambiente del college.John Landis presenta con Animal House una maniera di rapportarsi con la scuola al limite dell'edonismo e della demenzialità STUDENTI LIBERTARI - Studentilibertari.blogspot.com


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sabato 22 settembre 2007

Manifesto


Chi siamo
Siamo individui di vari contesti scolastici e sociali con in comune una idea libera e anti autoritaria. Senza capi o leader ci siamo quindi riuniti, federati in un coordinamento che è appunto "Studenti Libertari".

Apartiticità
Noi siamo contrari alla presenza dello Stato,ritenendo le persone in grado di autogestirsi senza bisogno di un violento apparato burocratico che le controlli e che al tempo stesso favorisca lo sfruttamento capitalista.Siamo quindi autofinanziati e, anche se ce lo proponessero, non accetteremmo sovvenzionamenti o aiuti da nessun ente statale o paragovernativo.

Obiettivi
Essendo la nostra critica al sistema sociale vigente radicale e generalizzata,dalle carceri all'esercito,dalla chiesa al capitale, non abbiamo la singolare pretesa di cambiare la scuola senza cambiare anche ciò che la circonda e che la rende quello che è. Il gruppo "Studenti Libertari" si propone quindi di attaccare tutta l'organicità di un presente da noi disprezzato,a favore di una società libera e anti autoritaria

Utopia?
Non crediamo di poter raggiungere una rivoluzione sociale anarchica con il solo ausilio di un gruppo che potrebbe essere questo,o comunque da oggi a domani. Questo non è un motivo per dichiararsi sconfitti in partenza,anzi,è proprio nella tensione verso qualcosa di lontano che troviamo la forza di alzare il mento, che troviamo la voglia di vivere. L'azione è gia di per sè una liberazione personale, che deve precedere qualsiasi cambiamento sociale.

venerdì 21 settembre 2007

Contattaci

Se per qualsiasi motivo(saluti,critiche,proposte,domande ecc.) ti viene in mente di contattare gli Studenti Libertari,puoi scriverci una mail all'indirizzo (provvisorio) :

fausst@autistici.org

ti si risponderà al più presto.

mercoledì 12 settembre 2007

Scrocifiggi la tua aula!





I crocifissi nelle aule sono il segnale di una gran contraddizione in termini legali dello Stato.


Infatti la sua presenza,accettata legalmente, è in contrasto con il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.203/1989 e successive, e confermato, nel caso specifico, dalla sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 439/2000.

Se per caso lo Stato non fosse laico, e queste leggi non ci fossero, a noi non ce ne fregherebbe niente e attaccheremmo lo stesso i simboli,le istituzioni e la mentalità di una religione che,in quanto tale, vogliamo fuori dalle nostre scuole e fuori dalla nostra vita.


Presentiamo quindi l'iter, con suggerimento della UAAR(in blu testuale),da seguire.


purtroppo, allo stato dell'arte della giurisprudenza, non si può ottenere la rimozione dei crocifissi dalle aule scolastiche: si può chiedere, ma non ottenere.

quindi le vie legali formali ci sono precluse,ma intanto potete chiedere al vostro rappresentante di classe di presentare in presidenza e ai professori
una formula di questo tipo: Noi, sottoscritti (cognome e nome), abbiamo constatato la presenza di un crocifisso appeso a una parete all’interno delle aule (indicare il numero).Riteniamo che la presenza, all’interno di un aula scolastica, di un simbolo religioso di una specifica confessione, privo quindi di valore laico e universale, sia in palese contrasto con il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.203/1989 e successive, e confermato, nel caso specifico, dalla sentenza dellaSuprema Corte di Cassazione n. 439/2000. Ne chiediamo pertanto la rimozione.



Così,mentre il vostro rappresentante di classe terrà impegnata la professoressa e gli altri rappresentanti del potere scolastico,potrete prendere il crocifisso con le vostre mani,metterlo in cartella e, tornati a casa, giocarci all'esorcista o bruciarlo.

Al suo posto potete appendere il cartello "Torno Subito",oppure al ritorno della prof gridare al miracolo.





FAI PIU' IN FRETTA,CON L'AZIONE DIRETTA!





Volantini

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Ci vediamo...

Quando?
Gli Studenti Libertari si incontrano in assemblea ogni mercoledì alle 16:00, all' Ateneo Libertario





Dove è l'Ateneo Libertario? [clicca per ingrandire]





L' Ateneo Libertario si trova a Vico Verde Monteoliveto n. 4 (CAP 80134),
tra il cinema Adriano e la facoltà di architettura.

martedì 11 settembre 2007

Libri Liberi

Ogni anno,per favorire gli intressi di un mercato avvoltoio anche nella scuola, siamo costretti a comprare kili e kili di libri,magari in una nuova edizione identica alla precedente nei contenuti.

Ma i soldi non crescono sugli alberi ( anche se accadesse sarebbero in mano a pochi ), e rifiutare nei limiti del possibile di alimentare questa schifosa mercificazione del sapere è una gran cosa.

Abbiamo quindi radunato tutti i nostri libri degli anni precedenti, noi Studenti Libertari, e abbiamo deciso di prestarli a chiunque ne abbia bisogno,totalmente gratuitamente,a patto che ci vengano restituiti a fine anno(così da poter l'anno dopo tornare a prestarli).

Essendo molti,i libri,non sono disponibili in sede,ma abbiamo creato una lista..basterà mandarci una mail,o venirci a trovare alle assemblee,per richiedere il libro.(ogni donazione di libri è ovviamente ben accetta! )

LATINO

- Iter ad fontes - Annamaria Barbieri - Arnoldo Mondadori
- L'uomo e la natura - Sallustio, Livio - Loffredo editore
- Romani e Barbari in pace e in guerra - Cesare - Loffredo Editore.
- Amore e Morte - Virgilio - Loffredo editore
- Le voci di una città - Guido Turtur - Ferraro
- Odi et Amo 1 - Di Sacco,Serìo - Bruno Mondadori
- Urbis et Orbis Lingua pratica 1 - Tantucci, Rimondi - Poseidonia/Bologna
- Urbis et Orbis Lingua pratica 2 - Tantucci, Rimondi - Poseidonia/Bologna
- Urbis et Orbis Lingua Teoria - Tantucci - Poseidonia/Bologna
- Storia Letteraria di Roma - Fedeli - Fratelli Ferraro
- Lo scrittore di Humanitas - Cicerone - Simone editore

GRECO

- E Kalè Attikè vol 1 - Sodano, Vanacore - Loffredo Editore
- La scuola della Grecia - Manzoni - Carlo Signorelli
- Corso integrato di letteratura greca 2 (l'età classica) - Rossi, Nicola - Le Monnier
- L'attivià letteraria nell'antica grecia - Monaco, Casertano, Nuzzo - Palumbo
- Storia e testi della letteratura greca 1 - Rossi, Nicolai - Le Monnier
- Il Greco classico pratica 1 - Carini, Galli - D'Anna
- Il Greco classico pratica 2 - Carini, Galli - D'Anna
- Il Greco classico teoria - Carini, Galli - D'Anna

CHIMICA
- La chimica in moduli -Valitutti, Tifi, Gentile - Zanichelli

EPICA
- Le immagini e la memoria A - Tordini - Paravia

SCIENZE
- Scienze della terra - Fantini, Menotta, Monesi, Piazzini - Italo Bovolenta

BIOLOGIA
- Biologia,guida alla natura - Krogh - Le Monnier

ITALIANO
- La scrittura e l'interpretazione 1 - Luperini, Cataldi, Marchiani, Tinacci - Palumbo editore
- Laboratorio della lingua e del testo - Mariotti,Sclafani, Stancanelli - D'anna
- I Promessi Sposi - Manzoni - Zanichelli
- Strumenti per una analisi testuale - Trerè, Gallegati - Bulgarini

INGLESE
- Romeo & Juliet - Reading and training - Cideb
- Oliver Twist - Green Apple - Black Cat
- SUMMIT 1 -Pate, Serrano, Pelteret - Le Monnier
- SUMMIT 2 -Pate, Serrano, Pelteret - Le Monnier
- Literary landscapes - Thomson, Maglioni - Cideb Black cat

STORIA
- Storia e storiografia 1 - Desideri, Themelly - D'anna
- Storia e storiografia 2 - Desideri, Themelly - D'anna
- Intorno ad un mare 1 - Cuozzo, Ragozzino, Regina - La nuova scuola
- Intorno ad un mare 2 - Cuozzo, Ragozzino, Regina - La nuova scuola

FILOSOFIA
- Itinerari di filosofia 1 - Abbagnano, Fornero - Paravia
- Itinerari di filosofia 2 - Abbagnano, Fornero - Paravia

FISICA
- Interpretare il mondo fisico - Moriani, Nobel - Ferraro

ARTE
- Itinerario nell'altro 1 - Cricco, Di Teodoro - Zanichelli
- Itinerario nell'altro 2 - Cricco, Di Teodoro - Zanichelli

GEOGRAFIA
- Geografia dei continenti extraeuropei - Annunziata, Deaglio, Emiliani, Foa, Sofri - Zanichelli

EDUCAZIONE FISICA
- Manuale di Educazione fisica - Bughetti, Lambertini, Pajni, Zanasi - Clio

MATEMATICA
- Geometria oggi 1 - Bencini, Di Rocco, La Nuova Scuola
- Geometria oggi 2 - Bencini, Di Rocco, La Nuova Scuola

venerdì 31 agosto 2007

Facciamo i vandali

di K. Towich

Questo breve scritto si puo' usare in molte forme. All'autore gliene piacerebbe una in particolare: chi ha iniziato a leggerlo potrebbe scegliere una delle cose che lo opprimono ogni giorno e usare questa carta come miccia per incendiarla. Se questo non e' il momento migliore allora si aspettera' leggendolo, semmai, di quando in quando. Cio' che e' scritto vuole essere un attacco ai pregiudizi ereditati dalla societa' capitalista su cio' che sono il vandalismo, le sommosse, i saccheggi, ecc. Ha l'intento di abbattere i muri che ci impediscono di fare cio' che ci diverte, cio' che vogliamo: attaccare il nemico dove piu' gli duole.

I nostri atti sono spesso giudicati in base a pregiudizi. Questi sono basati sulla morale dominante che e' la morale di coloro che dominano, che comandano. La morale in vigore oggi e' quella che esalta il dialogo, il consenso, il compromesso, le petizioni, ma nello stesso momento sostiene un sistema che schiavizza ed uccide. La morale non e' che un freno per chi vuole attaccare il potere. Un freno costruito appositamente. Il suo obiettivo e' trasformare la vita in una somma di occasioni sprecate. Cerca di affogare i nostri desideri proprio in questi pregiudizi. Chi e' stanco di inghiottire le fandonie dei media, ha compreso che il mito che indica che questa e' la societa' della "comunicazione" e' assurdo. Siamo sfruttati e oppressi e quando ci decidiamo ad attaccare il nemico viene il momento che ci domandiamo se cio' che faremo e' un atto di autodifesa o no. Chi la pensa cosi filosofeggia sul fatto che la distruzione della proprieta' e' violenza o no, distingue quale atto e' violento e quale no; marca cioe' il limite a partire dal quale i nostri atti superano la frontiera dell'inaccettabile. Ci giudica in base alla morale. Dialoghiamo troppo, con il nemico e con i suoi falsi oppositori. Alle volte il silenzio comunica meglio. Alle volte bisogna agire e mettere da parte il dialogo.

Come sfruttati non riconosciamo a nessuno il diritto di indicarci il cammino da seguire. Come ribelli non riconosciamo a nessuno il diritto a imporci un sistema di valori, una morale. Siamo stufi dei moralisti. Con la rinuncia a distruggere il sistema inizia l'ossessione per la creativita'. Il cittadino coscienzioso basa la sua attivita' nell'apportare "proposte costruttive", con una "attitudine positiva" per contribuire a "migliorare le cose". Questa creativita' politica non e' che un sinonimo di riforme e di abbellimenti che vorrebbero guardare ad un futuro che non esiste.

L'unica cosa utile e' quella che ci da' il piacere immediato o che serve per estendere la rivolta e per farla finita con questo sistema. Non vogliamo autogestirci la miseria, non vogliamo risolvere i problemi del capitalismo, non vogliamo decorare questo mondo di merda con proposte in positivo. Vogliamo attaccarlo per distruggerlo. Le rivolte non vengono dai libri, ne' dalla mente di nessun illuminato. Le rivolte nascono dall'esplosione di disobbedienza di coloro che hanno accumulato sufficiente rabbia da essere stufi delle proteste ufficiali. Il cittadino progressista vede gli sfruttati come persone da organizzare e educare per fini rivendicativi. La mistificazione con la quale osserva le autorita' lo spinge a vedere la gente come una massa di esseri incapaci di ogni reale iniziativa contro il potere. Eredita dagli "illustri" del 18esimo secolo una adorazione mistica per il razionalismo, la pianificazione e una fobia accesa contro la passione, i desideri e la rivolta disordinata. L'intellettualismo di sinistra pretende pianificare dal suo tavolo di chiacchiericci le proteste, le trasformazioni sociali e la nostra vita. Pretende di convertirci a sua immagine e somiglianza in vegetali "coscienti".

E' la passione e il rifiuto delle convenzioni, quando e' stata l'ora di agire, che hanno invece aperto molte strade alla ribellione incontrollata. Non c'e' niente che ci stanca piu' dell'enorme sforzo che dobbiamo fare ogni giorno per essere razionali, ragionevoli. Uno sforzo per non essere semplicemente e profondamente noi stessi. La passione per la vita esige collera e odio per chi vuole ucciderci poco a poco. I suicidi quotidiani della disobbedienza, l'intransigenza e la rassegnazione ci trasformano in zombie con acqua nelle vene. La reazione dei pianificatore delle proteste di azione ribelle e' quantomeno ostile. La condanna facendosi spesso scudo della risposta repressiva che potrebbe comportare. E' perche' non vede il potere come nemico da distruggere. Se lo facesse capirebbe che la lotta tra sfruttatori e sfruttati non conosce momenti di pace; gli scontri sono continui e la repressione e' uno strumento in piu' dell'oppressore. Il sottomettersi al mantenimento dei limiti della legalita' non garantisce la continuita' di nessun movimento antiautoritario, in realta' e' il suo peggior nemico.

Le organizzazioni di sinistra si trasformano ogni giorno di piu' in Istituzioni Ufficiali di lamentela. Il loro funzionamento e' un ciclo che inizia cercando di assorbire i focolai della "dissidenza" e dello scontento per far si, una volta individuati, che possano essere presentati come gruppi di pressione che chiedono la loro razione di concessioni a papa'-stato. A partire da qui i progressisti vedono una minaccia nell'atto ribelle individuale o il gruppo che scappa al suo controllo. E se qualcuno puo' attaccare il nemico semplicemente con le idee chiare e la determinazione, a che servono i professionisti della lotta e i loro apparati burocratici? Cosi' quando avvengono atti non controllati dalle Istituzioni Ufficiali di lamentela queste reagiscono sulla difensiva. Diranno che sono azioni controproducenti, senza senso o anche che "sono di Stato, intendono reprimerci ancora di piu'!". Con questo cercano di coprire i loro fallimenti dando la colpa ai violenti, agli incontrollati, ai provocatori.

In realta' la vita quotidiana continua al margine di queste fantasie egocentriche. Ci sono continue attivita' illegali contro il nemico: furti a danni di imprese o supermercati, distruzione di macchinari da lavoro, sabotaggi vari, attacchi alla polizia, ecc. Se questi comportamenti illegali non si sono trasformati in momenti di ribellione collettiva e' per due fondamentali ragioni: per la mancanza di fiducia nelle proprie capacita' individuali/collettive e la mitizzazione del potere e per l'esistenza di pregiudizi morali rispetto alla violenza, al dialogo, alla democrazia. L'eliminazione dell'elitarismo (proprio della cultura di sinistra) inizia dal non pensarsi ne' piu' ne' meno coscienti del resto degli sfruttati. Non e' sottovalutando le azioni spontanee di attacco che estenderemo la rivolta. Anzi bisogna farsi complici di queste e gettare benzina la' dove c'e' fuoco, rompendo cosi' con le cause controllate dalle opposizioni ed estendendo il comportamento illegale. Pratichiamo il vandalismo. O comunque le azioni che cercano il piacere nell'attaccare qualcosa o qualcuno che ci opprime. E' una pratica semplice e aperta a tutti. Per questo e' gia' abbastanza estesa e si potrebbe estendere molto di piu'.

Con l'attacco demistifichiamo il nemico rompendo la falsa apparenza di pace sociale e di controllo totale. Con il vandalismo, inoltre, la si fa finita con il mito sinistroide che vede il potere sempre lontano ed irraggiungibile. Il cuore dei potere, invece, e' ogni giorno intorno a noi e alla nostra portata, anche solo nelle relazioni che stabiliamo con il "padrone", il capo, gli agenti repressori, le imprese, le istituzioni... Nessun atto di rivolta e' cieco o inutile. La semplice ostentazione del potere e dello spreco di denaro di chi ci sfrutta e' una provocazione per far si' che soffriamo le dovute conseguenze. Meritano di ricevere il frutto della nostra rabbia. Questo sistema non ci puo' offrire cio' che vogliamo e quindi dobbiamo combatterlo giorno dopo giorno. Non delegheremo a nessuno la nostra attivita' di attacco, non abbiamo bisogno di professionisti delle armi. E' falso credere che l'attivita' di attacco porti direttamente alla clandestinita'. E' anche falso che per portare una dinamica di attacco si debba essere in clandestinita'. Gli unici interessati a diffondere queste fantasie sono il potere e le organizzazioni di sinistra (armate e non). La questione non e' scegliere tra manifestare in strada o portare avanti azioni di attacco. Dobbiamo essere flessibili e capire che tutti gli atti che fanno avanzare la rivolta sono validi; che la separazione tra questi e altri tipi di attivita' l'ha disegnata il sistema per mezzo di leggi e norme morali per annichilirci. Dobbiamo essere flessibili per agire alla luce dei giorno c'osi' come nel buio della notte. Il vandalismo e' uno strumento utile e divertente.

Un'ultima cosa, la sua cattiva fama si deve soprattutto alla sua capacita' di destabilizzare la vita quotidiana e per la sua facilita' di estensione. Per questo ci interessa, per questo lo difendiamo e lo pratichiamo. E' molto facile.

Anche tu puoi farlo. Fallo!

Lo Scolaro

W. Blake


Mi piace alzarmi in un mattino d'estate
quando gli uccelli cantano su ogni albero;
il distante cacciatore soffia il suo corno,
e l'allodola canta assieme a me.
Ah! Che dolce compagnia!

Ma andare a scuola in un mattino d'estate,
Oh! fa scomparire tutta la gioia;
sotto un crudele occhio spento
i piccoli passano il giorno
in lamenti e dolore.

Ah! allora a volte me ne sto tutto curvo,
e passo più di un ora angosciata,
e non riesco a provare gioia del mio libro,
nè a sedermi nel giardino del sapere,
sconvolto dalla squallida pioggia.

Come può l'uccello che è nato per la gioia
stare in una gabbia e cantare?
Cosa può fare un bambino tormentato dalle paure
se non abbassare la sua ala tenera
e dimenticare la sua giovane primavera?

Oh! padre & madre,se i germogli sono tagliati
ed i fiori soffiati via,
e se le tenere piante sono private
delle loro gioie all'inizio della giornata
dal dolore e dalla tortura della pena,
come potrà l'estate levarsi in gioia,

o i frutti d'estate comparire?
o come faremo a raccogliere quanto gli affanni distruggono,
o a benedire l'anno che matura
quando le raffiche dell'inverno appaiono?

Chiudiamo le scuole

Di Giovanni Papini - 1 Giugno 1914

Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche architetture son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto - contro la morte - contro lo straniero - contro il disordine - contro la solitudine - contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a sé stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.

Vi sono sinistri magazzini di uomini cattivi - in città e in campagna e sulle rive del mare - davanti a' quali non si passa senza terrore.
Lì son condannati al buio, alla fame, al suicidio, all'immobilità, all'abbruttimento, alla pazzia, migliaia e milioni di uomini che tolsero un po' di ricchezza a' fratelli più ricchi o diminuirono d'improvviso il numero di questa non rimpiangibile umanità. Non m'intenerisco sopra questi uomini ma soffro se penso troppo alla loro vita - e alla qualità e al diritto de' loro giudici e carcerieri. Ma per costoro c'è almeno la ragione della difesa contro la possibilità di ritorni offensivi verso qualcun di noialtri.






Ma cosa hanno mai fatto i ragazzi, gli adolescenti, i giovanotti che dai sei fino ai dieci, ai quindici, ai venti, ai ventiquattro anni chiudete tante ore del giorno nelle vostre bianche galere per far patire il loro corpo e magagnare il loro cervello? Gli altri potete chiamarli - con morali e codici in mano - delinquenti ma quest'altri sono, anche per voi, puri e innocenti come usciron dall'utero delle vostre spose e figliuole. Con quali traditori pretesti vi permettete di scemare il loro piacere e la loro libertà nell'età più bella della vita e di compromettere per sempre la freschezza e la sanità della loro intelligenza?



Non venite fuori colla grossa artiglieria della retorica progressista: le ragioni della civiltà, l'educazione dello spirito, l'avanzamento del sapere…
Noi sappiamo con assoluta certezza che la civiltà non è venuta fuor dalle scuole e che le scuole intristiscono gli animi invece di sollevarli e che le scoperte decisive della scienza non son nate dall'insegnamento pubblico ma dalla ricerca solitaria disinteressata e magari pazzesca di uomini che spesso non erano stati a scuola o non v'insegnavano.
Sappiamo ugualmente e con la stessa certezza che la scuola, essendo per sua necessità formale e tradizionalista, ha contribuito spessissimo a pietrificare il sapere e a ritardare con testardi ostruzionismi le più urgenti rivoluzioni e riforme intellettuali. Soltanto per caso e per semplice coincidenza - raccoglie tanta di quella gente!- la scuola può essere il laboratorio di nuove verità.





Essa non è, per sua natura, una creazione, un'opera spirituale ma un semplice organismo e strumento pratico. Non inventa le conoscenze ma si vanta di trasmetterle. E non adempie bene neppure a quest'ultimo ufficio - perché le trasmette male o trasmettendole impedisce il più delle volte, disseccando e storcendo i cervelli ricevitori, il formarsi di altre conoscenze nuove e migliori. Le scuole, dunque, non son altro che reclusori per minorenni istruiti per soddisfare a bisogni pratici e prettamente borghesi.
Quali? Per i genitori, nei primi anni, sono il mezzo più decente per levarsi di casa i figliuoli che danno noia. Più tardi entra in ballo il pensiero dominante della "posizione" e della "carriera".



Per i maestri c'è soprattutto la ragione di guadagnarsi pane, carne e vestiti con una professione ritenuta "nobile" e che offre, in più, tre mesi di vacanza l'anno e qualche piccola beneficiata di vanità. Aggiungete poi a questo la sadica voluttà di potere annoiare, intimorire e tormentare impunemente, in capo alla vita, qualche migliaio di bambini o di giovani.



Lo Stato mantiene le scuole perché i padri di famiglia le vogliono e perché lui stesso, avendo bisogno tutti gli anni di qualche battaglione di impiegati, preferisce tirarseli su a modo suo e sceglierli sulla fede di certificati da lui concessi senza noie supplementari di vagliature più faticose. Aggiungete che sulle scuole ci mangiano ispettori, presidi, bidelli, preparatori, assistenti, editori, librai, cartolai e avrete la trama completa degli interessi tessuti attorno alle comunali e regie e pareggiate case di pena.



Nessuno - fuorché a discorsi - pensa al miglioramento della nazione, allo sviluppo del pensiero e tanto meno a quello cui si dovrebbe pensar di più: al bene dei figliuoli.
Le scuole ci sono, fanno comodo, menano a qualche guadagno: ficchiamoci maschi e femmine e non ci pensiamo più.
L'uomo, nelle tre mezze dozzine d'anni decisive nella sua vita (dai sei ai dodici, dai dodici ai diciotto, dai diciotto ai ventiquattro), ha bisogno, per vivere, di libertà.
Libertà per rafforzare il corpo e conservarsi la salute, libertà all'aria aperta: nelle scuole si rovina gli occhi, i polmoni, i nervi (quanti miopi, anemici e nevrastenici possono maledire giustamente le scuole e chi l'ha inventate!) Libertà per svolgere la sua personalità nella vita aperta dalle diecimila possibilità, invece che in quella artificiale e ristretta delle classi e dei collegi.



Libertà per imparare veramente qualcosa perché non s'impara nulla di importante dalle lezioni ma soltanto dai grandi libri e dal contatto personale colla realtà. Nella quale ognuno s'inserisce a modo suo e sceglie quel che gli è più adatto invece di sottostare a quella manipolazione disseccatrice e uniforme ch'è l'insegnamento. Nelle scuole, invece, abbiamo la reclusione quotidiana in stanze polverose piene di fiati - l'immobilità fisica più antinaturale - l'immobilità dello spirito obbligato a ripetere invece che a cercare - lo sforzo disastroso per imparare con metodi imbecilli moltissime cose inutili - e l'annegamento sistematico di ogni personalità, originalità e iniziativa nel mar nero degli uniformi programmi.


Fino a sei anni l'uomo è prigioniero di genitori, bambinaie e istitutrici; dai sei ai ventiquattro è sottoposto a genitori e professori; dai ventiquattro è schiavo dell'ufficio, del caposezione, del pubblico e della moglie [sic!]; tra i quaranta e i cinquanta vien meccanizzato e ossificato dalle abitudini (terribili più d'ogni padrone) e servo, schiavo, prigioniero, forzato e burattino rimane fino alla morte.


Lasciateci almeno la fanciullezza e la gioventù per godere un po' d'igienica anarchia!


L'unica scusa (non mai bastante) di tale lunghissimo incarceramento scolastico sarebbe la sua riconosciuta utilità per i futuri uomini. Ma su questo punto c'è abbastanza concordia fra gli spiriti più illuminati. La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé. Insegna moltissime cose false o discutibili e ci vuol poi una bella fatica a liberarsene - e non tutti ci arrivano. Abitua gli uomini a ritenere che tutta la sapienza del mondo consista nei libri stampati. Non insegna quasi mai ciò che un uomo dovrà fare effettivamente nella vita, per la quale occorre poi un faticoso e lungo noviziato autodidattico. Insegna (pretende d'insegnare) quel che nessuno potrà mai insegnare: la pittura nelle accademie; il gusto nelle scuole di lettere; il pensiero nelle facoltà di filosofia; la pedagogia nei corsi normali; la musica nei conservatori.



Insegna male perché insegna a tutti le stesse cose nello stesso modo e nella stessa quantità non tenendo conto delle infinite diversità d'ingegno, di razza, di provenienza sociale, di età, di bisogni ecc.
Non si può insegnare a più d'uno. Non s'impara qualcosa dagli altri che nelle conversazioni a due, dove colui che insegna si adatta alla natura dell'altro, rispiega, esemplifica, domanda, discute e non detta il suo verbo dall'alto.
Quasi tutti gli uomini che hanno fatto qualcosa di nuovo nel mondo o non sono mai andati a scuola o ne sono scappati presto o sono stati "cattivi" scolari.
(I mediocri che arrivano nella vita a fare onorata e regolare carriera e magari a raggiungere una certa fama sono stati spesso i "primi" della classe.)
La scuola non insegna precisamente quello di cui si ha più bisogno: appena passati gli esami e ottenuti i diplomi bisogna rivomitare tutto quel che s'è ingozzato in quei forzati banchetti e ricominciare da capo.
Vorrei che i nostri dottori della legge, per i quali la scuola è il tempio delle nuove generazioni e i manuali approvati sono i sacri testamenti della religion pedantesca, leggessero almeno una volta il saggio di Hazlitt sull'Ignoranza delle persone istruite, che comincia così: "La razza di gente che ha meno idee è formata da quelli che non son altro che autori o lettori. E' meglio non saper né leggere né scrivere che saper leggere e scrivere, e non essere capaci d'altro". E più giù: "Chiunque è passato per tutti i gradi regolari d'una educazione classica e non è diventato stupido, può vantarsi d'averla scappata bella".


Credo che pochissimi potrebbero - se sapessero giudicarsi da sé - vantarsi di una tal resistenza. E basta guardarsi un momento attorno e vedere quale sia la media intelligenza de' nostri impiegati, dirigenti, professionisti e governanti per convincersi che Hazlitt ha centomila ragioni. Se cìè ancora un po' d'intelligenza nel mondo bisogna cercarla fra gli autodidatti o fra gli analfabeti. La scuola è così essenzialmente antigeniale che non ristupidisce solamente gli scolari ma anche i maestri. Ripeti e ripeti anni dopo anni le medesime cose, diventano assai più imbecilli e immalleabili di quel che fossero al principio - e non è dir poco. Poveri aguzzini acidi, annoiati, anchilosati, vuotati, seccati, angariati, scoraggiati che muovon le loro membra ufficiali e governative soltanto quando si tratta di aver qualche lira di più tutti i mesi! Si parla dell'educazione morale delle scuole.


Gli unici risultati della convivenza tra maestri e scolari è questa: serviltà apparente e ipocrisia dei secondi verso i primi e corruzione reciproca tra compagni e compagni. L'unico testo di sincerità nelle scuole è la parete delle latrine.
Bisogna chiuder le scuole - tutte le scuole. Dalla prima all'ultima. Asili e giardini d'infanzia; collegi e convitti; scuole primarie e secondarie; ginnasi e licei; scuole tecniche e istituti tecnici; università e accademie; scuole di commercio e scuole di guerra; istituti superiori e scuole d'applicazione; politecnici e magisteri.


Dappertutto dove un uomo pretende d'insegnare ad altri uomini bisogna chiuder bottega. Non bisogna dar retta ai genitori in imbarazzo né ai professori disoccupati né ai librai in fallimento. Tutto s'accomoderà e si quieterà col tempo. Si troverà il modo di sapere (e di saper meglio e in meno tempo) senza bisogno di sacrificare i più begli anni della vita sulle panche delle semiprigioni governative.


Ci saranno più uomini intelligenti e più uomini geniali; la vita e la scienza andranno innanzi anche meglio; ognuno se la caverà da sé e la civiltà non rallenterà neppure un secondo. Ci sarà più libertà, più salute e più gioia.
L'anima umana innanzi tutto. E' la cosa più preziosa che ognuno di noi possegga. La vogliamo salvare almeno quando sta mettendo le ali. Daremo pensioni vitalizie a tutti i maestri, istitutori, prefetti, presidi, professori, liberi docenti e bidelli purché lascino andare i giovani fuor dalle loro fabbriche privilegiate di cretini di stato.


Ne abbiamo abbastanza dopo tanti secoli.





Chi è contro la libertà e la gioventù lavora per l'imbecillità e per la morte.